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Il Diario cicloturistico di Adolfo Patriarca (Giornale di Viaggi), che narra il viaggio da Ghemme a Venezia (10-16 agosto 1895) in velocipede, è uno dei primi al mondo.

Il diario racconta le escursioni di Adolfo, quasi sempre in compagnia dell'amico gattinarese Vittorio Petterino, nei due anni 1894 e 1895. Da notare che proprio nel novembre del 1894 viene fondato il Touring Club Italiano per i cicloturisti (ha conservato tuttora la ruota di bicicletta nel logo).

Adolfo Patriarca è di buona e agiata famiglia, possiede una bicicletta con la quale già nei primi mesi del 1894 si esercita a lunghe pedalate; nell'estate di quel 1894, dopo il conseguimento della Maturità Classica, inizia una serie di escursioni che lo porteranno in varie località del Lago Maggiore (come il passaggio alla frontiera della Dogana di Piaggio Valmara, documentato dal timbro sul diario) e poi sulle Alpi fino all'Ospizio del Gran San Bernardo. E' dell'estate successiva l'impresa più importante: con l'amico Vittorio, il 10 agosto parte per Angera ma, arrivati a Sesto Calende, i due decidono che Angera è troppo vicina.

Dal diario: "10 Agosto : Vittorio dal giorno prima si trova a Ghemme. Al mattino fatta colazione e montati “in macchina”, ci dirigiamo verso Romagnano non sapendo dove le nostre “macchine” ci avrebbero portato. Oltrepassato il paese di Romagnano e fatta la salita si decide per Angera, scopo del viaggio: visita al castello. Ad Arona volgiamo a destra ed oltrepassato Sesto Calende si prende una grande decisione: Angera è troppo vicina, si decide quindi di andare a Pontepassero e di lì a Venezia. Il gran dado è tratto! La gran parola è detta ! Venezia sia lo scopo del nostro viaggio ! E’ ben vero che possediamo solo 35 lire tra me e Vittorio, ma poco importa. La Fortuna aiuta gli audaci e... avanti !"

Il diario è scritto molto bene, essenziale e preciso; rende bene lo spirito del ragazzo che con la sua "macchina" è in totale sintonia con i tempi nuovi. Sono gli anni dello sviluppo delle ferrovie, dell'industrializzazione definitiva della nazione, del tempo in cui si inizia a vedere con nuovi occhi il futuro. Stava per arrivare l'automobile, che avrebbe cambiato per sempre il concetto di viaggio, di strada, di direzione. Lo stesso termine "macchina" è denso di significato, ha un forte sapore di futuro che questi ragazzi sentono nell'aria.

Nell'anno accademico 1894/95, Adolfo Patriarca si iscrive alla Facoltà di Legge di Torino che frequenterà fino alla Laurea. Qualche anno più tardi sarà Podestà di Ghemme, dando dimostrazione di competenza, dedizione e visione illuminata nel governare il paese. A lui si deve il merito di aver salvato l'archivio antico del Comune di Ghemme. Suo è il disegno che porterà all'urbanizzazione dell'area a sud di via Roma (a ovest del Canale Mora) e alla realizzazione del "Quartiere della Vittoria" che celebra i nomi simbolo della Grande Guerra e che consentirà uno sviluppo organizzato dell'area. Il progetto si svilupperà tra il 1921 a il 1925.

 

Il diario si è salvato dall'oblio grazie a due persone speciali: la prima è Enzio Caldara, che conservò gelosamente negli anni quel piccolo quaderno, avendolo trovato quando l'abitazione della famiglia Patriarca (in Via Roma) fu venduta. Enzio è stato sempre attento nella conservazione di documenti, costituendo un suo archivio privato ricco di testimonianze del suo tempo.

L'altra figura importante è Enzio Calzone, che un giorno scoprì l'esistenza del diario mentre parlava con me e Caldara di testimonianze storiche, di archivi. Lo studiò e poi lo dettò a me per passarlo in digitale.

Timbro dal Diario Patriarca.jpg
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