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Re Barlan, una storia verosimile (probabilmente vera)

Lo stemma e la bandiera

del Regno di Araucaria e Patagonia

La figura di Re Barlan, la maschera del Carnevale di Ghemme, assomma due aspetti fondamentali. Il primo è indicato dal nome, che nel dialetto ghemmese (e non solo, lo stesso discorso vale per Gianduja) viene usato per descrivere una persona sempliciotta e  ignorante. E' l'essenza di queste maschere che da secoli rappresentano nell'immaginario popolare la "rivincita del popolino". Nei racconti si trovano le figure che all'apparenza sono limitate, ma che poi la fanno in barba allo stesso diavolo. Il Barlan sicuramente trova in questa idea le sue origini fin dal XVII secolo.

Il secondo aspetto ha cause verosimilmente oggettive: verso la fine dell'Ottocento, succede qualche cosa che cambia radicalmente la figura della maschera e la trasforma in quella di un Re, il Re di Patagonia!

Si sapeva che il riferimento alla Patagonia era nato in seguito ad una conferenza geografica che ebbe luogo verso la fine del dell'Ottocento a Ghemme (da una ricerca dello storico Don Mario Perotti). Nel libro "In Patagonia" di Bruce Chatwin, si è scoperta una storia che si può collegare alla nostra maschera: nel 1859, l'avvocato francese Aurélie-Antoine De Tounens si trasferì in Patagonia e lì fu incoronato Re di Patagonia e Araucaria; guidò le forze indipendentiste che furono più volte sconfitte dalle forze regolari cilene ed argentine. Il re venne rimandato in Europa due o tre volte e l'ultima fu minacciato di morte nel caso avesse fatto ritorno.

Finì così i suoi giorni a Parigi, da monarca in esilio.

A chiudere il cerchio ci aiuta la storia delle missioni patagoniche, tutte realizzate ad opera dei missionari Salesiani di Novara. In particolare quella di Rio Grande, attorno alla quale si sviluppò la cittadina che poi è diventata la capitale della Patagonia, mantenendone il nome.

Nel 1891 la missione di Rio Grande fu gravemente devastata da un incendio e i Salesiani organizzarono in Italia delle conferenze geografiche per raccogliere i fondi necessari alla ricostruzione. Sicuramente quella di Ghemme era parte di questo ciclo.

Possiamo legittimamente pensare che in queste conferenze i missionari parlarono di quegli accadimenti che per l'Italia e l'Europa erano lontani, ma che per loro erano storia recente. Il pubblico che partecipò alla conferenza di Ghemme, possiamo immaginare fosse quella parte di cittadini colti e attivi che in quegli anni stava rielaborando l'idea del Carnevale con l'intenzione di dare nuova linfa ed idee alla tradizione. E' verosimile pensare che la figura di quel "pazzo" che attraversò più volte l'oceano possa aver ispirato l'evoluzione della figura del Barlan, che diventò così Re Barlan, sovrano di Patagonia. Da allora Re Barlan arriva al Carnevale di Ghemme con il treno (altra novità di allora, che purtroppo da due anni non c'è più), per poi tornare alla sua terra lontana e misteriosa alla fine delle feste.

Una bella storia!

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